Il boom della canapa light
La canapa light è uno dei prodotti di maggior successo, dal punto di vista commerciale, di questi mesi, facendo riscontrare numeri positivi non solo tra i più giovani. Per chi non la conoscesse, si tratta di cannabis che non ha alcun effetto stupefacente, e che proprio per questo motivo può essere venduta in modo legale. Le ragioni del boom sono molteplici, ma una di queste è che la canapa light si presta a una grande varietà di applicazioni a livello medico, oltre che in ambito alimentare. Tutti i prodotti che derivano dalla cannabis legale si caratterizzano per un livello di THC che non supera lo 0.5%, mentre presentano un elevato contenuto di CBD.
Il principio attivo a causa del quale la cannabis è considerata non legale è assente, ma va detto che il quadro normativo in merito non è così chiaro come sarebbe auspicabile. Per esempio, il testo unico sugli stupefacenti, cioè la legge n. 309 del 1990, proibisce il consumo di qualunque sostanza stupefacente, ma la legge n. 242 del 2 dicembre del 2016 promuove addirittura la filiera industriale della canapa e la sua coltivazione. Secondo questa norma, in particolare, la coltivazione è permessa non solo per ragioni di studio e di ricerca, ma anche a fini di vivaismo, oltre che per scopi produttivi, sia in ambito alimentare che nel settore tessile.
In tutto sono 53 le varietà che sono state registrate e che, di conseguenza, possono essere coltivate: a selezionarle è stata la Ue, e ognuna di queste presenta un livello di THC più basso dello 0.6%, che comunque è permesso fino allo 0.2% (fino allo 0.5%, invece, è tollerato solo per ragioni climatiche). La legge non prevede il consumo di canapa light a scopi ricreativi, ma questo non vuol dire che non la si possa acquistare per farne in casa ciò che si vuole, sempre entro i limiti imposti dalle regole.
Che si parli di marijuana light, di erba light o di canapa light, il prodotto è sempre lo stesso, al centro dell’attenzione di numerosi imprenditori che hanno dato vita ai cosiddetti grow shop: si tratta di negozi che sono specializzati nella vendita di attrezzature e di articoli per il giardinaggio e per la coltivazione, con un occhio particolare proprio per la cannabis. Il prodotto destinato a uso terapeutico per il momento può provenire solo dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze, mentre nei grow shop si vendono i semi di cannabis e le infiorescenze, in via ufficiale solo per scopi di collezionismo.
La canapa light, infatti, non ha scopi terapeutici, e viene prodotta con gli scarti della canapa che si coltiva per le industrie. Una volta trattati, i residui sono confezionati e poi destinati al commercio. Il consumo garantisce un effetto rilassante e non psicotropo, che deriva dal cannabinoide CBD. Quest’ultimo è un metabolita non psicoattivo che può avere diversi effetti, anche antinfiammatori, che ovviamente variano a seconda delle dosi che vengono assunte o somministrate. La preparazione di infusi è una delle modalità con le quali si può consumare questo tipo di cannabis senza alcun rischio.